Oggi faremo un piccolo esperimento, come i maghi in TV, per dimostrare che anche il più antico dei metodi di trasmissione dati può essere più veloce di una connessione ADSL italiana. Prima di iniziare vi presento la tecnologia IP over Avian Carriers, descritta nell’RFC 1149 dell’Internet Engineering Task Force e poi aggiornata nell’RFC 2549… ovviamente si tratta di un “pesce d’aprile” RFC, ma non è poi così infondato.
L’esperimento prevede l’utilizzo di volatili che trasportino memorie digitali di qualsiasi tipo da una parte all’altra del globo. La cosa è significativa perché la velocità di trasferimento, essendo il rapporto tra dimensioni dati trasferiti e tempo necessario, è inversamente proporzionale alla lunghezza della distanza fisica tra 2 punti (diversamente da quanto siamo abituati).
Come ottimizzare la procedura per ottenere i migliori risultati? Beh, invece di utilizzare dei piccioni come ha pensato di fare un LUG nella realtà, il nostro progetto prevede l’utilizzo di ben più veloci rondoni. Non possono essere addestrati facilmente, vero, ma hanno dalla loro diversi vantaggi significativi: i 100 Km/h, il fatto che dormono volando e quindi non ci sono perdite di tempo, il tragitto ben definito che seguono in fase migratoria.
Nel dettaglio i rondoni viaggiano periodicamente tra Europa e Africa del Sud, per la bellezza di 10.000 Km circa. Sono 100 ore di tragitto totali, matematicamente parlando, che sicuramente aumentano per cibo ed altre distrazioni… ipotizziamo 120 ore di tragitto. Non sono un ornitologo e non posso verificare l’attendibilità di questo dato, ma prendiamolo ugualmente per buono.
Dobbiamo scegliere con che memorie equipaggiare il nostro rondone, ed ovviamente bisogna optare per qualcosa di piccolo e leggero. Anche qui verrebbe da pensare alle classiche schede SD (Secure Digital), tuttavia una scheda a 256Gb verrebbe a costare l’astronomica cifra di 1000$. L’alternativa sono le CF (Compact Flash), per ottenere la stessa capacità sono necessari 2 pezzi da 150€ ciascuno. Già un investimento più accettabile, sperando che il volatile riesca a supportarne il peso.
Ora andiamo a calcolare la velocità del nostro trasferimento dati one-shot. Letture e scritture della memoria CF, pari a 1 ora e 20 minuti, diventano praticamente insignificanti su distanze così lunghe. 256 Gb sono 2048 Gbit. 4,85 Mbps, quindi, facendo una banale divisione.
I costi? Le memorie, di cui abbiamo già parlato, e un rilevatore GPS da volatili (affinché il destinatario possa andare a recuperarsi i suoi dati, poverino). Ipotizziamo complessivamente 500€, che mi sembra una cifra realistica.
In conclusione: portando all’estremo le teorie dell’IPoAC, matematicamente parlando, è possibile ottenere velocità di gran lunga superiori a quella di una connessione ADSL nostrana (ricordo che la maggioranza di noi su doppino telefonico arriva a massimo 1 Mbps in upload). La spesa è sicuramente elevata, nemmeno troppo se confrontata con i costi di una HDSL 4 Mbps, ed il rischio di perdita pacchetti elevatissimo. Per non parlare poi della latenza. Ma tutto questo è sicuramente a prova di PRISM e di xKeyScore… a meno che quelli dell’NSA, per stanare i futuri hacker 3.0, non si improvvisino cacciatori!