Lanta World
Prima per le europee, ora per i mondiali. Domani si scanneranno per la figa in spiaggia.
No, Gianroberto. Non funziona.
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Dopo aver letto in lungo ed in largo considerazioni sulle recenti dichiarazioni del Casaleggio nazionale, ho pensato di aprire il mio blog per commentare a mia volta questa frase tratta dal Fatto Quotidiano di qualche giorno fa:

D – Però la rete aspetta ancora la piattaforma per far esprimere i cittadini su ogni questione.
R – Liquid feedback non funziona, ha segnato la fine del partito dei Pirati in Germania. Noi abbiamo lavorato a diverse applicazioni. La più nota è quella per le Quirinarie. L’ultima l’abbiamo chiamata Lex e consente alle persone che sono iscritte al movimento di dibattere una proposta di legge, di modificarla e di arricchirla. Mai vista una legge nata da sei, sette, otto mila interventi.

Come membro del Partito Pirata Italiano, mi preme prendere le distanze da quanto scritto. E non per partito preso, ci mancherebbe altro, lo sapete benissimo il mio “odio et amo” nei confronti della democrazia liquida; semplicemente il mio bagaglio di conoscenze maturato come membro nel consiglio del Partito Pirata Europeo e come delegato alla conferenza 2014 del Partito Pirata Internazionale (ve ne avevo parlato qui) mi hanno dimostrato il contrario di quanto qualche guru sbucato dal nulla vuole farvi credere.

liquid-feedbackL’esperienza pirata di Liquid Feedback è servita a dimostrarci come in realtà il software sia necessario al Partito, e come viceversa il Partito sia necessario al software. Mi spiego meglio.

Non riesco ad immaginarmi, ad oggi, un Partito Pirata privo di Assemblea Permanente online. E’ qualcosa di rivoluzionario, posso tranquillamente dire di essermi assuefatto al mio diritto di prendere parte in maniera orizzontale ad ogni discussione avvenga. E’ ampiamente migliorabile, non tanto tecnicamente quanto dal punto di vista meramente burocratico, ma fa il suo sporco lavoro e consente a tutti di proporre iniziative. E’ poco sociale, perché mette un po’ in disparte e tende ad alimentare dibattiti accesi, ma da un lato questo non mi dispiace: è un bene!

L’altro lato della medaglia è il fatto che più il software viene adottato, appunto, più le esperienze nostre ed altrui ci consentono di migliorarne l’utilizzo. Parlavo con altre persone da altre nazioni, ed è interessante scoprire che anche loro trovano in questo software ciò che gli serve per potersi gestire… e signori miei, lo usano in maniera differente da noi italiani. Definirlo modulare è una parola grossa, proprio perché non lo è. Versatile, forse, è il termine che sto cercando.

Affermare quindi che LQFB ha segnato la morte dei Pirati tedeschi, beh, è completamente errato. Gli stessi pirati tedeschi, brasiliani, giapponesi, di ogni dove, credono ancora nel software e nella possibilità di dare voce ad ogni singolo cittadino. Io in primis, come ho cercato di spiegare anche qui, abbraccio questa idea. Ma ribadisco, per il momento il “sistema operativo” farlocco adottato dal Movimento 5 Stelle non aderisce certo al mio concetto democratico, così come non mi tornano molte altre sfaccettature di un M5S incoerente e puramente propagandistico che così per come impostato oggi al web non piace e non potrà mai piacere.

P.S. se ti sei sentito offeso leggendo questo post sì, sono un troll. Sì, sono casta. Sì, sono difensore dei banchieri cattivi e della nazi Merkel. No, non credo nelle scie chimiche, e sono sicuramente un massone rettiliano.

3 Comments to “No, Gianroberto. Non funziona.”

  1. Innovari ha detto:

    Grazie della risposta! 🙂
    Se sei su Facebook chiedimi l’amicizia. Sono Luca Oleastri.
    Faccio parte di un gruppo di persone di Bologna e provincia usciti o espulsi (a loro insaputa – un bel giorno il loro account sul sito M5S è stato cancellato senza nessun avvertimento) dall’M5S.
    Vorremmo avvicinarci al partito dei Pirati che ha moltissime cose in comune con il nostro pensiero.
    Che ci consigli?
    Tornando all’M5S, in confronto i metodi interni di Berlusconi erano molto democratici.
    La metodologia scelta da G&C per la gestione interna del PARTITO, è pari pari quella Maoista della rivoluzione culturale lanciata da Mao Zedong nel 1966 e tutta interna al Partito Comunista Cinese.
    Per intenderci le basi della la Rivoluzione Culturale furono:
    * il ruolo dominante di Mao Zedong alla direzione del Partito, considerato massima autorità ideologica e morale;
    * la già esistente definizione di un’unica linea interpretativa corretta (quella di Mao) contrapposta a linee erronee di destra (posizioni revisioniste o volte all’indebolimento della rivoluzione) e di sinistra (posizioni volte a visioni astratte tendenti a politiche premature rispetto ai tempi del processo rivoluzionario);
    * l’accostamento di etichettatura politica e demonizzazione del nemico a soggetti politici ritenuti responsabili del proseguimento secondo le sopracitate linee erronee;
    * l’intolleranza verso la critica e il dissenso degli intellettuali che influenzò la denuncia di massa nei loro confronti e la loro classificazione come “nona categoria puzzolente”, in fondo alla scala sociale, al tempo della Rivoluzione Culturale. La loro negatività, sottolineata in meeting e denunce, era addebitata al mancato adeguamento dei comportamenti degli intellettuali alla nuova realtà
    TI RICORDA QUALCOSA? 😉

  2. Lanta ha detto:

    Piacere Innovari.
    Condivido quanto da te scritto, e aggiungo che me lo ero già chiesto da tempo. Il problema di fondo è una manipolazione dell’informazione del blog di Grillo, unica fonte dal quale i fanatici che li seguono attingono notizie. Ne parlai a suo tempo qui: http://lantaworld.noblogs.org/post/2013/10/15/nutella-sul-pane-integrale/
    E’ difficile aspettarsi che gente indottrinata, un po’ come anni addietro accadeva con Berlusconi e la televisione, abbia la coscienza di tutto questo e si ribelli. Ci si prova sempre, come ho fatto in questo post di sfogo.

  3. Innovari ha detto:

    Lascial perdere Casaleggio.
    Il difensore dei banchieri è lui.
    Se i leader (il nome giusto è leader perché contano di più degli altri) di un PARTITO (se è in parlamento NON E’ un Movimento) che in teoria si dovrebbe porre sempre dalla parte dei “giusti”, si comportano disonestamente sia con i propri militanti di base, sia con i propri rappresentanti parlamentari, utilizzando senza remore il segreto, la menzogna, ii sotterfugio, la delazione interna, l’epurazione interna, l’ingiuria, premiando solo i leccaculo che dimostrano di pensarla esattamente come i “capi”, come può comportarsi onestamente con i cittadini tutti e con chi gli ha dato il voto?
    Come può solo osare di rappresentare qualcuno, rinnegando fin da subito proprio i principi di uguaglianza, giustizia, democrazia e trasparenza che sono stati proprio il motore e le regole di base della sua fondazione?
    Come ci si può fidare di gente così?
    Chieditelo e datti una risposta.
    E’ per questo che IL METODO E’ ANCHE IL CONTENUTO, ed a volte come nel caso dell’M5S il metodo è anche più importante del merito.