Lanta World
Prima per le europee, ora per i mondiali. Domani si scanneranno per la figa in spiaggia.
Integrazione forzata.
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Sergente Hartman: Io sono il sergente maggiore Hartman, vostro Capo Istruttore. Da questo momento potete parlare soltanto quando vi sarà richiesto, e la prima e l’ultima parola che dovrà uscire dalle vostre fogne sarà “signore”. Tutto chiaro, luridissimi vermi?
Reclute: Signorsì, signore.
Sergente Hartman: Ah, che cazzo, non vi sento! Invece dei soliti 25 giri della base, sabato mattina andrete a dipingere le luride pareti dello stadio di calcio di quei coglioni dei vicentini… avete capito bene?
Reclute: Signorsì, signore.

La scena, storpiata palesemente da Full Metal Jacket, esprime in maniera del tutto personale ciò che mi immagino possa essere successo nella nuova base americana di Vicenza, il Dal Molin (o Del Din, se preferite chiamarla così). Ecco infatti cosa ho avuto modo di leggere in data odierna, sfogliando le notizie:

tvausa

Il titolo di apertura e la notizia TVA a cui fa riferimento, questa qui sopra, dovrebbero dirvi già tutto. Ma io dico… è possibile?

Tempo fa, ma neanche tanto, la notizia degli studenti delle superiori invitati a farsi un giro nella nuova base. Citando il link precedente, “promettendo loro posti di lavoro”. Ora 12 militari mandati, senza apparente motivo alcuno e sicuramente non di loro spontanea iniziativa, a contribuire al muro dello Stadio Menti.

Campagna dei consensi, come ama chiamarla il comitato No Dal Molin? Io personalmente conierei una nuova terminologia, “integrazione forzata”, ed ovviamente fa parte di un più complesso piano marketing per farsi accettare sul territorio. Lo stesso territorio che in realtà non li ha mai voluti qui, e che stando ai numeri della recente manifestazione post-festival ancora non li digerisce per niente.

Non c’è rassegnazione, no. Ci sono soltanto monopoli mediatici a livello locale ed una politica piegata a 90 al servizio degli USA. E forse in risposta a questo scempio, una imposizione contro la volontà del popolo espressa dal referendum autogestito, c’è solo una soluzione: le cesoie.

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