Lanta World
Prima per le europee, ora per i mondiali. Domani si scanneranno per la figa in spiaggia.
Cambiamento mutaforma

Come già accaduto per il mio ultimo post sulla disinformazione, anche quanto sto per scrivere era già nel cassetto pronto per essere concretizzato. Ci sono alcune cose che mi vengono in mente casualmente sfogliando le notizie online, o leggendo i commenti.

site_news_28_image_cambiamento-change-300x225Oggi parliamo di cambiamento, in via molto generica. Di come possano essere differenti le scelte effettuate dalla gente per ottenere gli stessi medesimi obiettivi, ironicamente. Ho avuto modo di affrontare una breve discussione con alcune persone, in merito, e sono scaturite delle idee interessanti.

Quello che voglio chiederti, caro lettore, è: tu credi che ci sia qualcosa che non funziona? In economia, in politica, ma in qualsiasi ambito?
Se la risposta è no, rispetto il tuo modo di vedere le cose. Pur non condividendolo, sia chiaro.
Se la risposta è invece un sì, passiamo alla prossima domanda: come pensi debba essere affrontato il cambiamento? Come è possibile ottenere il risultato desiderato?
A mio avviso, qui potrei ottenere 2 tipi di risposte. Analizziamole assieme.

La prima risposta è la rivoluzione. C’è chi pensa che con la violenza gratuita o attuando azioni eclatanti sia possibile mettersi in mostra e far sì che la luce dei riflettori dei media faccia eco al messaggio da trasmettere. Ed in questa categoria potrei infilarci un elenco infinito di esempi, anche meno enfatizzati ma ormai consolidati come scioperi, flashmob, fiaccolate, occupazioni, cortei e ancora scioperi. C’è chi pensa che ogni tematica possa essere messa a soqquadro e sovvertita, anche a costo di dover calpestare la legislatura esistente, per reiniziare completamente da zero a costruire qualcosa di più decente.

La seconda risposta è decisamente più moderata, e riguarda la possibilità di esprimere il proprio dissenso in maniera pulita ed indolore. Il sottoscritto, per esempio, abbraccia questa ideologia in toto. Io sì, in passato ho fatto le mie manifestazioni di piazza: alcune cose sono difficili da digerire, e viene spontaneo reagire. Ma ho smesso, perché ho realizzato che per poter cambiare le cose non basta tutto questo. Forse col passare degli anni sono diventato cinico e calcolatore, che vi devo dire… quello che so con certezza, è che si può agire in maniera meno istintiva e più progettata per ambire allo stesso risultato. Invece di rivoltare il sistema dall’esterno, lo si rivolta lentamente dall’interno adeguandosi alle sue regole.

Alla fine, sono semplicemente 2 modi di fare differenti.

Prendiamo un esempio. Che ne so, i diritti digitali di cui spesso parlo in questo blog.

  1. il metodo A prevede che un gruppo di persone, ispirate da un malcontento comune, si diano appuntamento nelle strade per farsi notare. Mi viene in mente la Million Mask March avvenuta pochi giorni fa, anche nella nostra nazione, per mano di gente che si considera Anonymous (già immagino sappiate come la penso in merito). Voi avete per caso sentito parlare della cosa in qualche telegiornale, per caso? Io no. Il tentativo, buono in realtà viste le adesioni, è stato vanificato da un totale disinteresse da parte dei media. Disinteresse che, perdonatemi, ma andava messo in conto preventivamente.
  2. il metodo B prevede che  un gruppo di persone, ispirate da idee comuni, discutano tra loro costruttivamente in cerca della soluzione che, in termini logici, potrebbe ottenere un maggior successo avvicinandosi quindi all’obiettivo. Potrei prendere a campione il Partito Pirata Italiano, se solo funzionasse come vorrei. Il PP-IT nasce a livello teorico per gli stessi obiettivi degli Anon di cui abbiamo parlato nel punto 1, ma opera direttamente sul piano politico e nel rispetto della legalità.

Quale dei 2 metodi ottiene più risultati? Questo non sono io a doverlo dire, lascio a voi l’ardua impresa di fare un bilancio.
A mio avviso la miglior cosa sarebbe avere una perfetta integrazione tra queste 2 diverse strade, serve un collante che avvicini i 2 mondi e li renda partecipi uno dell’altro. Perché è solo unendo l’immediatezza del possibile risultato dei primi con la possibilità di affermarsi sul lungo termine dei secondi, che si spreme al massimo la questione e che finalmente il problema trova una soluzione. Negli altri casi, è solo culo.

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